martedì 14 dicembre 2010

LO SCONTO BANCARIO

Lo sconto bancario è uno dei contratti bancari più antichi e, fino a pochi anni fa, uno dei più utilizzati nei rapporti con le banche.

Natura del contratto
Lo sconto bancario è regolato dagli articoli 1858 e seguenti del codice civile: esso è il contratto con il quale un istituto di credito anticipa a un proprio cliente l'importo di un credito che egli ha verso terzi e che cede all'istituto. In pratica si realizza una cessione "credito contro corrispettivo".
La ragione di questo tipo di operazione è da ricercare nel bisogno di un privato, solitamente un imprenditore, di ottenere in maniera celere e sicura la disponibilità di una somma di denaro da destinarsi alla sua attività. L'imprenditore in questione, invece di chiedere un prestito o un finanziamento, può decidere di cedere alla propria banca un credito che vanta verso un cliente, riscattandone immediatamente il valore nominale. Ovviamente l'istituto di credito del caso non agirà come uno sprovveduto, accollandosi un credito dalle incerte possibilità di recupero. Infatti la cessione che va perfezionandosi in questo caso sarà del tipo "salvo buon fine" o "pro solvendo"; ciò a dire che se alla scadenza il terzo ceduto non dovesse adempiere alla propria obbligazione verso la banca, questa potrà rivalersi sul cedente. Bisogna però specificare che: a) il debito di restituzione del cliente sorgerà solo alla scadenza del credito ed al mancato pagamento del terzo; b) la banca potrà pretendere solo la restituzione del valore nominale del credito, maggiorato degli eventuali interessi di mora, senza avere diritto alla liquidazione di ulteriori danni.
In ogni caso l'importo liquidato all'imprenditore cedente dovrà essere decurtato dei costi dell'operazione e degli interessi per l'anticipazione fatta, interessi che andranno calcolati in base alla scadenza del credito. Più lontana sarà la scadenza, maggiore sarà la percentuale cui avrà diritto la banca. Ecco perché diventa conveniente per il creditore originario consegnare alla banca un credito che sia il più vicino possibile alla scadenza.

Oggetto della cessione
Visto che il contratto ha per oggetto un credito, le banche corrono il rischio dell'insolvenza del debitore, e per questo motivo non sempre accettano di scontare una semplice promessa di pagamento. Esse preferiscono invece accettare delle cambiali o dei titoli di credito, i quali, essendo titoli esecutivi, garantiscono una maggiore aggredibilità nel caso in cui il terzo non provveda al pagamento del dovuto. Si parla allora di sconto cambiario, che si perfeziona tramite girata del titolo alla banca. A fini meramente cautelativi si preferisce richiedere le cd.: "bancambiali" o cambiali bancarie, cioè quei titoli di credito che possono essere riscontati dalla Banca d'Italia essendo in possesso di particolari requisiti: a) numero di firme e la loro qualità: firma di almeno due persone "notoriamente solvibili"; b) scadenza inferiore a 4 mesi; c) pagamento da effettuarsi in un luogo dove operi uno sportello di banca o di Banca d'Italia; e) possesso dei requisiti formali fiscali della cambiale. Questo non toglie che la banca ha la possibilità di scontare anche altri tipi di titoli, come per esempio i titoli rappresentativi di merci (art. 1996 c.c.). In questo caso, ai sensi dell'art. 1860 c.c., la banca avrà sulla merce lo stesso privilegio del mandatario fino a quando il titolo rappresentativo sarà in suo possesso.

martedì 30 novembre 2010

Fondi comuni di investimento

I fondi comuni di investimento sono strumenti finanziari (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio, OICR) che raccolgono il denaro di risparmiatori che affidano la gestione dei propri risparmi ad una società di gestione del risparmio (SGR) con personalità giuridica e capitale distinti da quelli del fondo.


I fondi comuni possono essere di vari tipi:
  • Fondi azionari: sono piu' rischiosi rispetto agli altri fondi ma hanno un ottimo rendimento e hanno oscillazioni molto meno frequenti rispetto ai fondi azionari semplici poiché bilanciano la loro componente azionaria su titoli di Stato. Altro modo per rischiare meno e' dividere il capitale in fondi differenti per area geografica e quindi anche per valuta. Prima di acquistare questo tipo di fondo e' bene verificare il suo andamento nei 3-5 anni precedenti e attraverso l'utilizzo dei 'benchmark' ossia di parametri verificare l'andamento medio dei titoli
  • Fondi obbligazionari: sono fondi che investono su obbligazioni ordinarie e titoli di Stato sono piu' sicure rispetto alle altre ma meno redditizie. Generalmente per l'ingresso e' necessaria una somma minima di 500 Euro. Allo scopo di agevolare il consumatore le società di gestione dei fondi hanno creati dei pac ossia di pacchetti in cui il consumatore puo' versare mensilmente anche solo una minima somma di denaro per un minimo di 5 anni e in questo lasso di tempo egli, quando ne ha le possibilità, puo' incrementare il denaro all'interno del fondo
  • Fondi bilanciati: forniscono profili di rischio intermedi ai fondi azionari e obbligazionari
Il benchmark
Il benchmark è un parametro oggettivo di riferimento con cui confrontare l'andamento del fondo comune e valutare il profilo di rischio. È costituito da uno o più indici di mercato, elaborati da soggetti terzi, che sintetizzano l'andamento dei mercati in cui investe il fondo.
I fondi comuni di diritto italiano hanno l'obbligo di indicare il benchmark su tutta la documentazione rivolta al pubblico (prospetto informativo, rendicontazione e pubblicità) e di metterlo a confronto con l'andamento del fondo.

Gli altri requisiti necessari sono:
  • la trasparenza, che consiste nella chiarezza delle regole di calcolo utilizzate per la costruzione del benchmark. Questo significa che le formule matematiche usate dalla società di gestione devono essere semplici e comunicate in maniera chiara ai risparmiatori;
  • la rappresentatività, che implica che la composizione del benchmark debba essere coerente con quella del patrimonio del fondo;
  • la replicabilità, ossia deve essere composto da attività finanziarie che il risparmiatore può, almeno in linea teorica, acquistare direttamente sul mercato.

martedì 16 novembre 2010

DEBITO PUBBLICO IN IRLANDA

 
irish-flagL’Irlanda sta vivendo uno dei periodi più difficili per quel che riguarda il suo sistema bancario: gli alti costi sostenuti per far fronte al salvataggio dei principali istituti nazionali hanno avuto come conseguenza il secondo taglio negli ultimi tre mesi del rating irlandese da parte di Standard & Poor’s. Si è infatti passati da un rating AA+ ad AA e, inoltre, anche le prospettive future non sono incoraggianti. Il 30 marzo aveva rappresentato l’ultimo giorno di resistenza del rating AAA, che il paese britannico aveva “conquistato” nel 2001. Intanto, anche Moody’s ha annunciato di voler tagliare il proprio rating per l’Irlanda, soprattutto a causa del forte debito contratto; Fitch ha invece citato il peso della recessione sulle finanze pubbliche per motivare la sua prossima riduzione. Gli interventi sul settore bancario potrebbero portare il debito pubblico irlandese a sforare il 100% del Pil nel 2010

venerdì 12 novembre 2010

Debito Pubblico...

Il debito pubblico è rappresentato da tutte le forme di indebitamento cui lo Stato ha fatto ricorso per coprire i suoi deficit. Quindi, il debito pubblico non è altro che la somma algebrica di tutti i deficit passati.Questa definizione soffre di qualche eccezione perché il debito pubblico può aumentare (o diminuire) se lo Stato, per coprire i suoi deficit, ha emesso titoli il cui valore di rimborso non è certo ma è agganciato all’andamento di qualche variabile economica.


Debito pubblico in Italia

Il debito pubblico è quindi pari al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche. Il debito è costituito da biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni.

Il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo record: 1.838,296 miliardi di euro nel mese di luglio, + 4,7% rispetto allo stesso mese del 2009 e + 4,3% rispetto ai 1.761,229 miliardi di euro con i quali si era chiuso il 2009. È quanto si legge nei dati contenuti nel supplemento del bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato alla finanza pubblica.
Dal bollettino giungono brutte notizie anche per le entrate tributarie nei primi sette mesi dell’anno, ferme a 210,374 miliardi di euro, 7,411 miliardi in meno rispetto al periodo gennaio-luglio del 2009. La riduzione è del 3,4%. A luglio le entrate sono state pari a 36,225 miliardi di euro contro i 37,905 dello stesso mese del 2009, registrando una riduzione di 1,680 miliardi (-4,4%).


Andamento del PIL in Italia

  • 1990 1,9
  • 1991 1,4
  • 1992 0,7
  • 1993 -0,9
  • 1994 2,3
  • 1995 3,0
  • 1996 1,0
  • 1997 2,0
  • 1998 1,7
  • 1999 1,7
  • 2000 3,2
  • 2001 1,7
  • 2002 0,4
  • 2003 0,4
  • 2004 1,0
  • 2005 0,1
  • 2006 1,1 (stima)
  • 2007 2,0 (stima)

venerdì 22 ottobre 2010

Comodato

In diritto si definisce comodato il contratto mediante il quale una parte (comodante) consegna ad un'altra (comodataria) una cosa mobile o un immobile affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato con l'obbligo di restituire la medesima cosa ricevuta. Il comodato è regolato dal Codice Civile.

Il "comodato è essenzialmente gratuito", in quanto, se vi fosse un pagamento in denaro, ci troveremmo di fronte ad un altro tipo di contratto e cioè alla locazione. Dunque è pleonastico ed errato parlare di comodato gratuito: il comodato è sempre gratuito o non è un comodato.

Appartenenza alla categoria dei contratti reali [modifica]
Il comodato appartiene alla categoria dei contratti reali, ossia richiede per la sua conclusione la consegna della cosa (infatti, testualmente, la parte "consegna", non "si impegna a consegnare").
Prima della consegna, il contratto non è concluso, ma si avrà solo (a seconda dei casi) un contratto preliminare o una trattativa.

Effetti obbligatori

La conseguenza giuridica del contratto di comodato è quella di fare nascere diritti e obblighi, senza produrre effetti reali o traslativi. Infatti, non si ha come effetto il trasferimento della proprietà del bene ovvero il trasferimento di un diritto reale sul bene stesso, del quale il comodatario acquisisce il solo diritto personale di godimento.

Tasso ufficiale di sconto

Tasso ufficiale di sconto

Il Tasso Ufficiale di Sconto (TUS) è il tasso con cui la Banca centrale concede prestiti alle altre banche.
Esso è il termometro del mercato finanziario perché sulla sua base vengono determinati il tasso d'interesse, applicato dalle banche ai propri clienti. Quando il tasso ufficiale di sconto aumenta, si è in presenza di una stretta creditizia cioè di una tendenza atta a ridurre i crediti, in conseguenza dell'aumento del costo del denaro. Quando, invece, la Banca Centrale tende a ridurre il tasso ufficiale di sconto, si avrà una tendenza all'aumento dei consumi e investimenti, in conseguenza del minor costo del denaro.
A partire da gennaio 1999 il Tasso Ufficiale di Riferimento (TUR) sostituisce il tasso ufficiale di sconto (TUS), fissato dalla Banca d'Italia ed applicato nelle sue operazioni di rifinanziamento nei confronti del sistema bancario.

Storia

Il tasso sostituisce a tutti gli effetti il tasso ufficiale di sconto, gestito fino al 31 dicembre 1998 dalla Banca d'Italia.
Fino al 31 dicembre 2003 la Banca d'Italia ha determinato il "tasso ufficiale di riferimento", ai fini dell'applicazione agli strumenti giuridici che vi facciano rinvio quale parametro di riferimento. La determinazione è avvenuta sulla base del tasso, fissato periodicamente dal Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, applicato alle operazioni di rifinanziamento principali dell'Eurosistema: tasso fisso ovvero tasso minimo di partecipazione per le operazioni a tasso variabile.
A partire dal 1º gennaio 2004, decorso il termine di cinque anni dal 1º gennaio 1999, la Banca d'Italia non ha più determinato il "tasso ufficiale di riferimento". I tassi utilizzati come base per la determinazione del "tasso ufficiale di riferimento" sono disponibili sul sito web della BCE Sito BCE e sul sito della Banca d'Italia Sito Banca d'Italia.

GRAFICO che rappresenta l'andamento dei TASSI ufficiali (TUS e tasso BCE) e dell'inflazione in Italia

GRAFICO  Tassi (TUS e tasso BCE) e Inflazione (ITALIA)